Giulio Natta nacque a Porto Maurizio il 26 febbraio 1903 da un magistrato e da Elena Crespi, che ne curò l’educazione. Diplomatosi nel 1919 al liceo classico di Genova, nel 1921 si iscrisse a ingegneria industriale al Politecnico di Milano, dove si laureò in chimica industriale nel 1924 con Giuseppe Bruni. Assistente di Bruni, dal 1925 insegnò chimica analitica e fisica a Milano, distinguendosi per studi in cristallografia e per lo sviluppo di un processo di sintesi del metanolo in collaborazione con Montecatini. Nel 1932 lavorò a Friburgo con Hugo Seemann, perfezionando tecniche diffrattometriche applicate ai polimeri. Tornato in Italia, conseguì la libera docenza e tenne cattedre a Pavia, Roma e Torino prima di approdare nel 1938 al Politecnico di Milano, dove diresse l’Istituto di Chimica industriale. Durante la Seconda guerra mondiale, sfollato nei dintorni di Milano, proseguì ricerche su gomma butadiene, formaldeide e processi di ossosintesi e contribuì alla costruzione del primo impianto italiano per gomme sintetiche a Ferrara.
Negli anni Cinquanta studiò la stereochimica, applicando catalizzatori di Ziegler all’etilene e al propilene: l’11 marzo 1954 ottenne il polipropilene isotattico, brevettato con Montecatini come Moplen. Per la messa a punto dei catalizzatori di Ziegler-Natta fu insignito nel dicembre 1963 del premio Nobel per la chimica insieme a Karl Ziegler. In seguito promosse la nascita di un centro di ricerca in chimica macromolecolare al Politecnico di Milano, formando una vasta scuola di ricercatori e dirigenti. Socio di Accademie nazionali e internazionali, collezionò medaglie, onorificenze e lauree honoris causa, fra cui quelle di Torino e Magonza. Diagnosticato con il morbo di Parkinson nel 1956, continuò l’attività fino al 1973. Morì a Bergamo il 2 maggio 1979 ed è ricordato con scuole e premi a lui dedicati.