lunedì 10 novembre 2025

ARTURA DAZZI (1881-1966)

 

    Arturo Dazzi nacque a Carrara il 13 luglio 1881 da Lorenzo e Amalia Castelpoggi. Rimasto presto orfano del padre, concessionario di cave e laboratorio di marmo, iniziò giovanissimo a lavorare come apprendista scalpellino presso lo zio. Nel 1892 si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Carrara, seguendo i corsi di Lio Gangeri fino al 1899 e studiando insieme ad Alterige Giorgi. Grazie a una borsa di studio triennale si trasferì a Roma nel 1901, dove entrò in contatto con le novità artistiche del primo Novecento. Nel 1907 fu iniziato in Massoneria nella Loggia Fantiscritti di Carrara. Nel 1908 realizzò la statua del giurista Cardinal De Luca per il Palazzo di Giustizia di Roma e nel 1912 il fregio della Cappella Martini nella Certosa di Bologna. Partecipò alle esposizioni nazionali giovanili di Napoli nel 1912 e 1913 e alla Biennale di Venezia del 1914. Nel 1920 presentò alla Dodicesima Esposizione d’arte di Venezia la testa in marmo rosa Serafina. Una delle sue prime opere, I costruttori, fu acquistata dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Tra il 1918 e il 1926 vinse numerosi concorsi e collaborò con l’architetto Marcello Piacentini, realizzando diversi Monumenti ai Caduti, tra cui quello di Genova inaugurato nel 1931. Tra il 1922 e il 1930 eseguì opere come Antonella, Sogno di bimba e il Cavallino, quest’ultimo esposto alla Biennale del 1928 e acquistato dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma. 



    Nel 1930 insegnò scultura in marmo all’Accademia di Carrara, formando allievi come Luigi Venturini e Giorgio Salvi. Tra il 1931 e il 1932 scolpì il colosso marmoreo di Piazza della Vittoria a Brescia, alto 7,50 metri, noto come Il Bigio, rimosso nel 1945 e conservato in un magazzino comunale. Nel 1935 partecipò alla II Quadriennale romana con una cera e diciannove dipinti a olio. Nel 1937 fu nominato Accademico e iniziò il progetto della Stele Marconi all’EUR di Roma, obelisco rivestito da 92 pannelli in marmo di Luni, inaugurato nel 1959 in occasione delle Olimpiadi. Nel 1938 la sua scultura Adolescente fu esposta a Berna. Collaborò con Gaetano Rapisardi al Mausoleo di Ciano a Livorno, rimasto incompiuto sull’isola di Santo Stefano. Dal 1948 al 1950 fu titolare della cattedra di scultura all’Accademia di Carrara. Nel 1952 espose alla Biennale di Venezia il ritratto ligneo di Malaparte. Nel 1958 realizzò l’altorilievo per la Basilica di San Giovanni Bosco a Roma. Tra le sue ultime opere vi furono il Monumento a San Francesco a Vittoria Apuana nel 1962 e la statua di Dante a Mulazzo nel 1966. Morì a Pisa il 16 ottobre 1966.