domenica 16 novembre 2025

STORIA DELL'ALLATTAMENTO MERCENARIO NEI SECOLI (BALIATICO)

 

    La balia, detta anche nutrice, è una donna cui viene affidato l’incarico di accudire un neonato e provvedere al suo allattamento, spesso dietro compenso. La locuzione balia asciutta indica chi si occupa di bambini senza allattarli. Dal XXI secolo la pratica è divenuta obsoleta, ma in etologia il termine indica una femmina che allatta prole non propria. L’etimologia deriva dal latino baiula, “portatrice”. In tutte le culture la balia ha avuto un ruolo fondamentale e rispettato, con vitto, alloggio e corredo forniti dalla famiglia. Nella Bibbia è citata Debora, nutrice di Rebecca, e Bithia, che adottò Mosè; nella mitologia greca Euriclea fu nutrice di Ulisse, in quella romana Caieta di Enea, mentre nella tradizione hawaiana Nuakea è dea dell’allattamento. Nell’antica Roma le famiglie benestanti utilizzavano balie, spesso schiave o liberte, ma anche professioniste retribuite; il Digesto menziona controversie salariali. Sorano di Efeso fornì consigli medici alle balie e si ricorda persino un nutritor lactaneus maschio. I Romani prediligevano nutrici greche per favorire il bilinguismo. Il mito di Romolo e Remo allattati dalla lupa testimonia l’importanza culturale. In Italia dal Medioevo al Novecento la professione era detta baliatico; la spilla da balia deriva dall’uso per chiudere pannolini. In Europa la Chiesa condannava la pratica pur diffusa. 



    Nel Regno Unito, in epoca vittoriana, molte donne della classe operaia lavoravano come balie per la borghesia, guadagnando più degli uomini operai, ma la mortalità infantile era altissima. In Francia, al tempo di Luigi XIV, l’allattamento da balia era comune: nel XVIII secolo circa il 90% dei bambini delle famiglie agiate veniva affidato a nutrici, e nel 1769 fu creato l’Ufficio delle balie a Parigi; nel 1874 la legge Roussel impose la registrazione dei bambini affidati. Negli Stati Uniti la pratica fu portata dai coloni inglesi, con alta mortalità infantile; nel Sud le donne nere schiave furono costrette a fare da balie ai figli dei padroni, dando origine anche allo stereotipo della “mammy”. Fino al Novecento le famiglie ricche affidavano i neonati a altre puerpere, scelte tra personale di servizio o contadini, che dovevano essere robuste, sane e giovani. Le motivazioni includevano morte della madre, mancanza di latte o malattie. Spesso si creavano legami affettivi tra infante e figlio della balia, detto fratello di latte, rapporti che potevano durare nel tempo; Beatrice d’Este fu più legata alla propria balia che alla madre. Le balie erano socialmente sopra le serve e rimanevano accanto ai bambini anche oltre il baliatico. Nel diritto islamico la parentela di latte è equiparata a quella di sangue. La pratica è stata progressivamente superata con l’introduzione del latte artificiale.