Carlo I d’Austria, nato nel 1887 a Persenbeug, fu l’ultimo imperatore d’Austria e re d’Ungheria, salito al trono nel 1916 durante la Prima guerra mondiale, dopo la morte del suo prozio Francesco Giuseppe. Cresciuto in un ambiente cattolico e conservatore, ricevette un’educazione militare e politica che lo preparò alla leadership, anche se non era inizialmente destinato al trono. La sua ascesa fu accelerata dalla morte prematura dell’arciduca Francesco Ferdinando, assassinato a Sarajevo nel 1914. Durante il suo regno, Carlo cercò di porre fine al conflitto mondiale attraverso negoziati segreti con gli Alleati, noti come l’Affare Sixtus, ma questi tentativi fallirono e indebolirono la sua posizione politica. Internamente, affrontò crescenti tensioni nazionalistiche e sociali, con l’Impero austro-ungarico ormai prossimo alla disgregazione. Dopo la fine della guerra e la dissoluzione dell’Impero nel 1918, Carlo non abdicò formalmente ma rinunciò all’esercizio del potere, sperando in una futura restaurazione.
Tentò due volte di restaurare la monarchia in Ungheria nel 1921, ma fu respinto dal reggente Miklós Horthy e costretto all’esilio sull’isola di Madeira, dove visse in condizioni modeste con la moglie Zita e i figli. Morì nel 1922 a soli 34 anni per una grave polmonite, sopportata con grande fede e dignità. La sua figura è ricordata per il suo impegno pacifista, la sua profonda fede cattolica e il desiderio di giustizia sociale. Nel 2004 è stato beatificato dalla Chiesa cattolica, che lo considera un modello di sovrano cristiano. La sua vita è oggetto di studi storici e spirituali, e la sua memoria è mantenuta viva da associazioni monarchiche e religiose. Carlo è sepolto nella chiesa di Monte a Madeira, e la sua causa di canonizzazione è ancora in corso. La sua eredità è complessa: da un lato rappresenta il fallimento dell’ultimo tentativo di salvare l’Impero, dall’altro incarna l’ideale di un sovrano giusto e devoto in tempi di crisi. La sua figura è celebrata in Austria e Ungheria, dove è considerato un simbolo di speranza, riconciliazione e fede.
