Albert Władysław Anders nacque a Błonie l’11 agosto 1892 in una Polonia sotto dominio russo. Dopo studi al Politecnico di Riga fu richiamato nell’esercito zarista, distinguendosi per ingegno tattico nella Prima guerra mondiale e ottenendo la Croce di San Giorgio. Dopo la rivoluzione russa partecipò come comandante di cavalleria alla guerra sovietico-polacca e completò gli studi militari all’École supérieure de guerre di Parigi, raggiungendo il grado di generale di brigata nel 1934. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale guidò una brigata di cavalleria durante la Campagna di Polonia, venne ferito e fatto prigioniero dai sovietici nel 1939, subendo torture nella Lubjanka di Mosca. Liberato nel luglio 1941 grazie all’accordo Sikorski-Majski, raccolse in Persia decine di migliaia di ex deportati e civili strappati ai gulag sovietici: 13.000 bambini orfani, centinaia di ragazze e 1.500 donne in unità ausiliarie. Qui strutturò ospedali, mense e scuole, e accolse l’orso Wojtek, mascotte del futuro II Corpo Polacco, prima dello sbarco in Medio Oriente e in Italia.
Sbarcato in Sicilia e trasferito sul fronte adriatico, Anders guidò il II Corpo alla cruenta vittoria di Montecassino (18 maggio 1944), spezzando la Linea Gustav e aprendo la strada verso Roma. Cooperò con il Corpo Italiano di Liberazione del gen. Utili e la brigata partigiana Maiella, liberò Ancona (16 giugno-18 luglio 1944) con un’accerchiamento e conquistò la costa adriatica fino alle Marche. Nell’autunno 1944 attaccò la Linea Gotica attraverso l’Appennino forlivese, liberando vallate e Predappio, simbolo del regime mussoliniano, pur rinunciando a Forlì per onore alleato. Malgrado lo shock di Yalta e un invito di Churchill a ritirare le truppe, mantenne il suo corpo in linea con l’appoggio dei comandi McCreery, Clark e Alexander, fino all’ingresso vittorioso a Bologna il 21 aprile 1945, partecipando alla battaglia finale insieme agli Alleati. Dopo la resa tedesca si stabilì a Londra, dove entrò nel governo polacco in esilio e, dal 1954, fece parte del “Consiglio dei tre” quale supremo organo dello Stato polacco all’estero. In Italia ottenne le cittadinanze onorarie di Bologna e Ancona, e dopo il 1990 ricevette in patria onori tardivi: vie, piazze, scuole a lui intitolate, emissioni numismatiche e il 2007 proclamato “Anno di Władysław Anders” dal Senato della Repubblica di Polonia. Morì a Londra il 12 maggio 1970 e fu sepolto, per sua volontà, accanto ai suoi soldati nel cimitero militare polacco di Montecassino.