martedì 9 settembre 2025

VITTORIO ALFIERI (1749-1803)


    Vittorio Amedeo Alfieri nacque ad Asti il 16 gennaio 1749 in una famiglia nobile piemontese. Rimasto orfano di padre in tenera età e segnato da salute fragile, visse un’infanzia solitaria e inquieta. Alfiere nell’esercito sabaudo dopo brevi studi all’Accademia Reale di Torino, abbandonò presto la rigida disciplina militare per compiere un Grand Tour che lo condusse a Firenze, Roma, Parigi, Londra, Vienna e persino a San Pietroburgo. In questi anni approfondì la lettura dei classici come Plutarco e degli illuministi Voltaire e Montesquieu, forgiando un anelito antitirannico e razionalista. Pur avendo il piemontese come lingua materna, si dedicò con impegno all’apprendimento del toscano, immergendosi nei manoscritti e nei circoli fiorentini per affinare il proprio stile. L’amicizia con Tommaso Valperga di Caluso fu determinante nel consolidare la sua vocazione letteraria e nell’indirizzarlo verso la composizione delle sue prime opere teatrali. 



    All’inizio del 1775 andò in scena la sua prima tragedia, Cleopatra, cui seguirono opere come Saul, Virginia, Mirra, Antigone e Abele—definita dal poeta “tramelogedia” per la mescolanza di musica e dramma—per un totale di oltre venti tragedie. Le sue sceneggiature si distinguono per un linguaggio asciutto, privo di concessioni retoriche, e per personaggi che incarnano un eroismo titanico in lotta contro ogni forma di dispotismo. Persona anticonformista e ribelle, visse amori travolgenti, duelli e scandali di corte, rifiutò titoli e privilegi nobiliari proclamandosi apolide e raccolse nei suoi “Giornali” riflessioni intime, filosofiche e autocritiche. Morì a Firenze l’8 ottobre 1803 e fu tumulato nella basilica di Santa Croce, dove nel corso dell’Ottocento divenne emblema delle aspirazioni risorgimentali e precursore delle inquietudini romantiche.