Le maschere veneziane affondano le radici già nel XIII secolo, quando donne di Costantinopoli, abituate a coprirsi il volto, suscitarono ammirazione e curiosità fra i patrizi della Serenissima. Nel 1268 la Repubblica emanò una legge per limitarne l’uso improprio: potevano indossarsi soltanto durante il Carnevale e alcune feste pubbliche, escludendo religiose processioni o i giorni di Natale e Pasqua. Per il resto dell’anno chi nascondeva il volto rischiava sanzioni, mentre alle ragazze fu consentito mascherarsi ogni qualvolta andassero a teatro (1776). Solo nel XV secolo, il mestiere dei mascareri—artigiani specializzati nella cartapesta—venne riconosciuto ufficialmente con una mariegola del 1436 che ne regolamentava tecniche e decorazioni, eredità degli antichi pittori e targheri. Con gesso, colla e foglie d’oro si plasmava la maschera, poi impreziosita con stoffe, piume, lustrini e decori in foglia metallica.
Per non dimenticare come eravamo, da dove veniamo e chi ci ha preceduto attraverso un vasto ed eterogeneo catalogo di Storia, Arte, Spettacolo e Turismo. Siete pronti per un nuovo viaggio alla ricerca della conoscenza?
martedì 9 settembre 2025
STORIA DELLE MASCHERE VENEZIANE
Alla fine del Settecento a Venezia contavano ufficialmente una dozzina di botteghe di maschere; la loro funzione principale era garantire l’anonimato e sancire l’uguaglianza fra classi sociali. Durante il Carnevale venivano sfoggiate maschere come la “bauta” (copre il volto lasciando il mento libero), la “volto” o larva (bianca e scheletrica), la “moretta” (nera e ovale), la “colombina” (mezzo volto femminile) e le maschere della Commedia dell’Arte (Arlecchino, Pantalone, Pulcinella). Dopo la caduta della Repubblica (1797) la tradizione subì un declino, ma con il revival carnovalesco degli anni Settanta e la promozione turistica è tornata protagonista, simbolo di mistero, artigianato e festa. Oggi le maschere veneziane, tutelate come patrimonio culturale, restano al crocevia fra storia, teatro e costume, ricongiungendo l’antico spirito di trasgressione con l’attrazione globale del Carnevale.