Le origini del Duomo di Vienna risalgono al 1137, quando un accordo tra il margravio Leopoldo IV e il vescovo di Passau permise di erigere una chiesa dedicata a Stefano. La prima costruzione, consacrata nel 1147, subì gravi danni per un fulmine nel 1149. Tra il 1230 e il 1245 Federico II promosse un nuovo impianto romanico, di cui restano il grande portale detto “Riesentor” e le due torri “Heidentürme”. Dopo un incendio del 1258 l’edificio fu completato e riconsacrato nel 1263, ospitando pochi anni dopo il sinodo provinciale di Salisburgo. Dal 1304 gli Asburgo avviarono la trasformazione gotica con l’ampliamento del coro, consacrato nel 1340 come “Albertinischer Chor”. Rudolf IV pose le basi del grande rinnovamento: nel 1359 posò la prima pietra del Südturm e istituì nel 1365 il capitolo collegiata di “Allerheiligen”, trasferendo le reliquie e fondando la cripta che lo accolse alla sua morte.
Il campanile meridionale, alto 136 m, fu portato a termine nel 1433, divenendo stazione di riferimento in Europa, mentre il Nordturm, iniziato nel 1450, rimase incompiuto e ottenne solo, nel 1578, una semplice cupola rinascimentale. Nei secoli successivi Anton Pilgram e Hans Puchsbaum lavorarono all’interno, che subì decorazioni barocche nel Seicento. Durante l’assedio turco del 1683 il Duomo subì danni e alcune bocche da fuoco furono fuse nella nuova campana “Pummerin”. Dopo le lesioni provocate da Napoleone nel 1809, la guglia meridionale fu ricostruita tra il 1862 e il 1864 da Friedrich von Schmidt secondo il modello medievale. Nel 1945 il tetto ligneo prese fuoco, distruggendo campane e organo, ma l’edificio fu risparmiato grazie alla resa del comandante nazista; riedificato con una struttura metallica, riaprì nel 1952 con la Pummerin rifusa, emblema di rinascita.