Il Palazzo Brignole Sale, noto come Palazzo Rosso per la tonalità calda delle sue facciate, fu eretto tra il 1671 e il 1677 su preesistenti edifici medievali acquistati da Giovan Francesco Brignole Sale. Il progetto, affidato inizialmente ai fratelli Castello e completato da artigiani genovesi come Cataldi, imprimeva all’esterno un ritmo serrato di finestre incorniciate da bugnato liscio, coronate da una modanatura in stucco. Una elegante loggia rivolta su Strada Nuova introduceva al portale monumentale, sormontato dallo stemma araldico dei Brignole Sale, simbolo del peso politico ed economico della famiglia nella Repubblica di Genova. All’interno si aprono ambienti riccamente decorati: il salone d’onore ospita affreschi di Valerio Castello raffiguranti episodi mitologici, mentre le volte degli appartamenti prendono vita sotto i pennelli di Giovanni Andrea Ansaldo, Taddeo Carlone e Giovanni Benedetto Castiglione.
Stucchi di Antonio Maria Maragliano impreziosiscono le pareti a contrasto con gli eleganti pavimenti in marmi policromi. La quadreria privata, raccolta nei secoli dai Brignole Sale, conserva capolavori di Van Dyck, Guido Reni, Bernardo Strozzi, Jean-Baptiste van Loo, Francesco Solimena e Alessandro Magnasco. Ricchissimo è anche il corredo di porcellane, avori, sculture lignee e arredi d’epoca. Nel 1874 la marchesa Maria Brignole Sale, ultima erede del casato, donò alla città il palazzo insieme al vicino Palazzo Bianco; l’anno successivo entrambi aprirono come musei civici. Oggi il Palazzo Rosso fa parte dei Musei di Strada Nuova, inseriti nella lista Unesco, mantenendo intatto il fascino barocco e continuando a parlare dell’intreccio tra potere, arte e collezionismo genovese.