San Giorgio, secondo una tradizione che affonda le radici nel IV secolo, era un militare romano originario della Cappadocia, figlio di Geronzio e Policromia. Arruolatosi nell’esercito di Diocleziano fino a rivestire il grado di centurione, scelse di non abiurare la propria fede cristiana quando l’imperatore ordinò sacrifici agli dèi pagani. Condotto davanti alla corte imperiale, donò ai poveri le sue ricchezze e, di fronte alle torture — flagellazioni, sospensioni, frustate e una visione divina che gli prometteva resurrezioni — rinnovò il suo atto di fede. Subì quindi la flagellazione sulla ruota chiodata, da cui riprese vita, per essere infine decapitato intorno al 303. Alla sua figura si sovrappose presto una leggenda che lo vide eroe solitario affrontare un drago che, avvicinandosi a una città libica, richiedeva un tributo umano ogni giorno. San Giorgio salvò una principessa designata al sacrificio, ferì la creatura con la lancia e la condusse al popolo legandole la cintura, ottenendo la conversione municipale al cristianesimo e la morte del drago.
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martedì 9 settembre 2025
SAN GIORGIO E IL DRAGO (275-303 DC)
La narrazione, veicolata dalle Crociate e da agiografie apocrife, alimentò la sua iconografia: il cavaliere in armatura che trafigge il mostro divenne emblema del trionfo del bene sul male. Venerato il 23 aprile — e il 23 novembre in Georgia — San Giorgio divenne patrono di cavalieri, arcieri, soldati, scout e di intere nazioni come Inghilterra, Georgia, Portogallo, Lituania, Etiopia e Catalogna. La sua croce rossa in campo bianco, vessillo della Repubblica di Genova, fu adottata dai crociati e infine ripresa da Londra. Numerosi ordini cavallereschi, da quello della Giarrettiera in Inghilterra al Costantiniano di San Giorgio, ne custodiscono il simbolo. Le reliquie, frammentate tra Roma, Venezia, Praga e Lidda, hanno contribuito a diffondere ulteriormente il suo culto nel Medioevo, consacrandolo tra i grandi martiri del cristianesimo.