Giuseppe Tartini nacque a Pirano d’Istria l’8 aprile 1692 in una famiglia di origini fiorentine; orfano di padre in gioventù, ricevette le prime nozioni di violino presso i padri delle Scuole Pie di Capodistria e completò gli studi di giurisprudenza all’Università di Padova, distinguendosi però anche nella scherma. Il matrimonio segreto nel 1710 con Elisabetta Premazore, nipote del cardinale Cornaro, gli costò la fuga da Padova e un rifugio di due anni nel convento di Assisi, dove perfezionò l’arco e il fraseggio sotto la guida del “padre Boemo” Černohorský, trasformando il suo carattere impulsivo in una personalità più misurata. Fu qui che scoprì il celebre “terzo suono” o “toni di Tartini”, fenomeno di risonanza tra due note suonate contemporaneamente e da cui derivò la sua celebre sonata Il trillo del diavolo. Ritornato in Italia, si affermò rapidamente come violinista di pregio. Dal 1716 al 1718 si perfezionò nelle Marche, poi nel 1721 ottenne la direzione musicale della Cappella Antoniana di Padova, una delle migliori d’Italia, con condizioni contrattuali straordinarie che gli permisero di insegnare e concertare liberamente.
Nel 1728 fondò la Scuola delle Nazioni, attirando allievi da tutta Europa come Pietro Nardini, Pasquale Bini e Maddalena Lombardini; tra questi figurò anche il giovane Antonio Salieri. La sua produzione strumentale comprende oltre cento sonate, numerosi concerti e la celebre Sonata in sol minore Il trillo del diavolo, che rimane uno dei vertici dell’arte violinistica barocca. Affascinato dalla teoria musicale, Tartini dedicò gli ultimi decenni ai suoi trattati: il Trattato di musica secondo la vera scienza dell’armonia (1754) e la Dissertazione dei principi dell’armonia musicale (1767), opere in cui cercò di fondare la musica sulla fisica del suono, pur ricevendo critiche da teorizzatori come Serre e Forkel. Ufficialmente in servizio fino al 1765 e insegnante fino al 1767, morì a Padova il 26 febbraio 1770 per gangrena, lasciando un’eredità di innovazione violinistica, didattica e teorica che ispirò la scuola europea dei violinisti e influenzò lo sviluppo dell’armonia occidentale.