domenica 21 settembre 2025

BATTAGLIA DI CASTELFIDARDO (1860)

 

    La battaglia di Castelfidardo si svolse il 18 settembre 1860 nella cittadina marchigiana omonima, durante il processo di unificazione italiana. Vide contrapposti l’esercito del Regno di Sardegna, guidato dal generale Enrico Cialdini, e le truppe dello Stato Pontificio, comandate dal generale francese Louis de Lamoricière. Il conflitto fu preceduto da un ultimatum inviato il 7 settembre da Camillo Benso di Cavour al Papa, con la richiesta di ritirare le truppe straniere. Al rifiuto, il 11 settembre circa 35.000 soldati piemontesi invasero i territori pontifici: Cialdini avanzò lungo la costa adriatica, mentre il generale Della Rocca penetrò in Umbria. Le truppe papali, colte di sorpresa, si disgregarono rapidamente: alcune si arresero subito, altre si rifugiarono ad Ancona, che cadde il 29 settembre dopo un breve assedio. Lo scontro a Castelfidardo fu segnato da una netta sproporzione numerica: meno di 10.000 soldati papali contro circa 39.000 piemontesi. 



    L’esercito pontificio era composto da volontari provenienti da vari paesi europei, tra cui francesi, belgi, austriaci e irlandesi. I francesi includevano numerosi nobili dell’ovest della Francia, tanto che Cialdini, consultando la lista dei caduti, ironizzò dicendo che sembrava l’elenco degli invitati a un ballo di Luigi XIV. Dopo la battaglia, i battaglioni internazionali si unirono ai Zuavi Pontifici, un reggimento di fanteria che giurò fedeltà a Pio IX per difendere il Papato fino alla fine del Risorgimento. La vittoria sarda ebbe conseguenze decisive: le regioni Marche e Umbria furono annesse al Regno d’Italia, mentre lo Stato Pontificio fu ridotto al solo Lazio. In memoria della battaglia furono dedicati l’unità navale corazzata Castelfidardo e il 26º Battaglione Bersaglieri “Castelfidardo”. I caduti furono numerosi: 62 morti e 184 feriti tra i piemontesi, 88 morti, circa 400 feriti e 600 prigionieri tra i papalini.