Nata a Udine nel 1896 in una modesta famiglia operaia, Assunta “Tina” Modotti imparò i primi rudimenti di fotografia nello studio dello zio paterno. A dodici anni lavorò in una tessitura, contribuendo al sostegno familiare, mentre in Austria e in Italia frequentò la scuola elementare prima di emigrare negli Stati Uniti nel 1913 per raggiungere il padre a San Francisco. A San Francisco e Los Angeles si avvicinò al teatro amatoriale e al cinema muto: recitò in tre film, tra cui Pelle di tigre (1920), abbandonando però Hollywood per la mercificazione del corpo femminile. Fu poi introdotta a Edward Weston, di cui divenne modella, allieva e amante, prima di trasferirsi in Messico nel 1923 insieme a lui e al figlio di Weston dopo le morti del marito Robo e del padre. A Città del Messico lavorò come assistente in camera oscura, poi come fotografa autonoma. Vinse premi alla Feria Nacional del Libro del 1924, affinò uno stile incentrato su nature morte, architetture e ritratti etnografici, ponendo la fotografia come strumento di denuncia sociale. Il volume Idols Behind Altars (1929) la portò alla ribalta internazionale.
Per non dimenticare come eravamo, da dove veniamo e chi ci ha preceduto attraverso un vasto ed eterogeneo catalogo di Storia, Arte, Spettacolo e Turismo. Siete pronti per un nuovo viaggio alla ricerca della conoscenza?
martedì 9 settembre 2025
TINA MODOTTI (1896-1942)
Coinvolta nel movimento muralista, immortalò opere di Rivera e Orozco e strinse legami con Frida Kahlo e Vittorio Vidali, iscrivendosi al Partito Comunista Messicano. Dopo l’assassinio del rivoluzionario Julio Antonio Mella nel 1929 subì accuse ingiuste e indignità istituzionali, rispondendo con reportage sulle comunità indigene del Tehuantepec per riaffermare la dignità popolare. Espulsa dal Messico nel 1930, prestò servizio per il Comintern in Europa, partecipò come infermiera volontaria alle Brigate Internazionali in Spagna dal 1936 al 1939 e sospettata di attività spionistiche, pose fine alla sua carriera fotografica per dedicarsi all’impegno politico militante. Morì a Città del Messico nel gennaio 1942, probabilmente per un arresto cardiaco, lasciando un epitaffio scritto da Pablo Neruda e un’eredità di scatti conservati in grandi musei come il George Eastman House e la Library of Congress, a testimonianza del suo contributo pionieristico alla fotografia e all’attivismo del Novecento.