Le prime tracce di popolamento nell’area di Sestri Levante risalgono agli antichi Liguri, in particolare alla tribù dei Tigulli, che sfruttarono la naturale posizione difensiva del promontorio-isola e delle baie circostanti. In età romana il centro, documentato come Segesta Tigulliorum, divenne un nodo commerciale di rilievo per i traffici marittimi e per i collegamenti via terra verso il passo del Bracco e il colle di Velva, consentendo lo scambio di prodotti con le valli Petronio, Graveglia, Vara e la Lunigiana. Con la caduta dell’Impero e le invasioni barbariche si registrò un periodo di crisi, cui seguì in epoca longobarda l’insediamento dei monaci di Bobbio, che introdussero l’agricoltura organizzata e le celle monastiche. Un diploma imperiale del 774 confermò ai monaci i possedimenti lungo la costa, mentre nel 909 il re Berengario cedette parte del territorio alla basilica di San Giovanni di Pavia. Nel XII secolo il borgo si era trasformato in una fortezza naturale: nel 1072 le alleanze dei Malaspina e dei Fieschi sottrassero Sestri all’influenza genovese, ma già nel 1134 la Repubblica di Genova riprese il controllo, erigendo un castello e le mura sulle rupi dominanti i porti in due fasi tra il 1145 e il 1151. Dal 1212 Sestri divenne capoluogo della podesteria nel capitaneato di Chiavari.
Nel Trecento la cittadina patì l’assedio del lucchese Castruccio Castracani (1327) e la dominazione viscontea (1365). Un tentativo veneziano nel 1432 fallì, mentre nel Cinquecento e nel Seicento subì incursioni di pirati turchi e saraceni (1542, 1607). Con la Repubblica Ligure di Napoleone entrò nel Dipartimento dell’Entella (1797) e, dopo l’occupazione francese fino al 1814, fu ricondotta al Regno di Sardegna (1815) e quindi al neonato Regno d’Italia dal 1861. L’Ottocento vide la nascita del turismo balneare: nel 1834 Hans Christian Andersen rimase incantato dalla “Baia delle Favole”, dando al borgo fama culturale. Nel 1861 Sestri fu ufficialmente comune del Regno d’Italia, mentre nel 1920 un attentato anarchico durante le celebrazioni del 4 novembre provocò tredici vittime, segnando la memoria collettiva. Dopo le difficoltà belliche, il dopoguerra avviò un’espansione urbanistica e turistica che ha trasformato Sestri Levante in meta rinomata lungo la Riviera di Levante.