martedì 9 settembre 2025

ROLF ARMSTRONG (1889-1960)


    Rolf Armstrong nacque John Scott Armstrong il 21 aprile 1889 a Bay City, Michigan, figlio di un armatore dei Grandi Laghi. Dopo il trasferimento della famiglia a Detroit e la morte del padre nel 1903, visse alcuni anni a Seattle coi fratelli, dove strinse un legame col nipote Robert Armstrong, futuro attore di King Kong. Nel 1907 si iscrisse allo School of the Art Institute of Chicago, condividendo la stanza con Thomas Hart Benton, e al termine degli studi nel 1911 si trasferì a New York per perfezionarsi con Robert Henri. Cambiato il nome in Rolf, completò la sua formazione a Parigi presso l’Académie Julian nel 1919 e studiò tecniche di produzione di calendari a Minneapolis nel 1921. Debuttò come autore di copertine nel 1912 su Judge e nei decenni successivi realizzò oltre 60 cover per Photoplay, Metropolitan, Puck, Every Week e il Saturday Evening Post, ritratti soprattutto di star del cinema muto come Mary Pickford, Greta Garbo e Bebe Daniels. Dal 1915 cominciò a dedicarsi all’arte dei calendari, creando immagini in gran parte realizzate in pastello: alcune sue opere più monumentali, Cleopatra e Arabian Nights, furono dipinte appositamente per questo uso. 



    Con il tempo l’attività di calendari divenne la sua fonte principale di reddito; dal 1939 siglò un contratto esclusivo con Brown & Bigelow, sfornando ogni anno mezzi busti o figure intere di “glamour girls” che alimentarono la leggenda del “calendar girl”. Tra i suoi numerosi modelli spiccò la ventenne Jewel Flowers, protagonista di How Am I Doing?, best seller bellico del 1942 e simbolo dell’ottimismo americani. Autore di oltre 500 opere, Armstrong seppe fondere tecniche di illustrazione e gusto popolare, calcare la scena del “Golden Age of American Illustration” e lanciare un genere capace di influenzare moda, musica e persino la nose art degli aeroplani. Dopo un periodo a Bayside, Queens, e un breve soggiorno in California, nel 1959 si ritirò a vita privata ad Oahu, dove morì il 22 febbraio 1960: le sue ceneri furono disperse sul Nuʻuanu Pali, secondo suo volere, mentre a Detroit comparve infine un cippo commemorativo.